Top Zone Consultant per l’Europa, specializzata nell’applicazione della Strategia Nutrizionale Zona direttamente con il dr. Barry Sears, con il quale è co-autrice dei libri Il Bello della Zona, La zona del Futuro, Magri per Sempre e La Zona Mediterranea.

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Perché ingrassiamo?

Molto spesso sento dire dalle persone che per dimagrire basta la forza di volontà di mangiare di meno e che per restare sani è sufficiente mangiare poche proteine animali e fare tanto movimento. Niente in realtà è più lontano dalla verità: i fattori che portano all’accumulo di un eccesso di massa grassa sono molteplici e i motivi per cui le persone si ammalano sono un po’ più complessi e spesso sono più legati alla nostra sfera emozionale che fisica: la nostra scienza deve essere abbastanza aperta e moderna per riuscire a capire che dimagrire non è solo una questione di volontà o di apporto calorico e che le persone si ammalano molto più per lo stress che per altre cause. Ma parliamo del dimagrimento.
Durante il mio ultimo viaggio negli Stati Uniti, con un gruppo di ricerca abbiamo parlato di alcuni fattori che possono spiegare il motivo per cui, a volte, l’aumento della massa grassa non è solo collegato ad un comportamento errato a tavola da parte di un soggetto. Si è passati da mere ipotesi in questo senso a studi clinici che hanno dimostrato che ciò succede veramente.
Vediamo alcuni di questi fattori.

Food Addiction

breakfast-1342299_1280Recentemente uno studio condotto in Spagna ha dimostrato che il cibo può dare una vera e propria dipendenza, esattamente come una droga. Si è visto, infatti, che il cibo nelle persone predisposte all’aumento di peso attiva dei circuiti a livello del cervello collegati al senso della gratificazione, innescando dei cambiamenti nelle cellule nervose simili a quelli che si hanno nelle persone che abusano di sostanze stupefacenti.
Recentemente è stata pubblicata una revisione degli studi condotti che riguardano la dipendenza da cibo sul Nutrition Journal, indicando la “food addiction” come una delle cause dell’obesità. In tale studio alcuni scienziati dimostrano che nelle persone sovrappeso le aree del cervello deputate al controllo inibitorio del consumo di cibo, hanno un metabolismo nettamente ridotto: da ciò risulta una maggiore attivazione dei circuiti della gratificazione e spiega anche perché molte persone sovrappeso continuano nel loro comportamento errato, pur essendo consapevoli del danno che si stanno arrecando.

Stress

Si definisce stress qualsiasi cambiamento nella nostra fisiologia quali ad esempio:

  • un’infezione acuta
  • una malattia cronica
  • una infiammazione cellulare
  • un esercizio fisico in eccesso
  • cambiamenti ambientali
  • livelli bassi di zucchero nel sangue (es le diete iperproteiche)
  • alcune emozioni molto forti.

In condizioni di stress, il nostro organismo produce l’ormone cortisolo che, in effetti, viene prodotto per contrastare lo stress. Quando, però, lo stress è eccessivo e si protrae troppo a lungo nel tempo, la quantità di cortisolo prodotta dal nostro organismo è in grado di creare pesanti ripercussioni quali:

  • aumento della massa grassa a causa dell’aumento della resistenza insulinica;
  • aumento delle malattie a causa dell’inibizione del sistema immunitario;
  • diminuzione delle facoltà cognitive poiché causa la morte delle cellule nervose;
  • invecchiamento precoce a causa di tutti i meccanismi sopra citati.

Mancanza di sonno

È stato osservato che i soggetti che non dormono sufficienti ore durante la notte, o che lavorano durante la notte, tendono ad accumulare massa grassa molto più di soggetti che riescono ad avere un sonno costante protratto a sufficienza nel tempo. Anche in questo caso, il colpevole sembra l’elevato livello di cortisolo in quanto la mancanza di sonno protratta nel tempo viene riconosciuta dal nostro organismo come situazione di stress.

Che fare allora?

Da tutto quanto detto finora, risulta evidente che un’efficace lotta alla massa grassa in eccesso, deve tenere conto di diversi fattori quali resistenza insulinica, stress e cortisolo.
Certamente gli studi di neuro-fisiologia dovranno indagare molto attentamente quali potrebbero essere le eventuali soluzioni farmacologiche nella gestione della dipendenza da cibo, cercando prodotti che possano aiutare le persone in un percorso di “riabilitazione”, ma non so se questo potrà realizzarsi né quali potrebbero essere eventuali effetti collaterali di tali farmaci.

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Per ciò che riguarda però il piano nutrizionale, certamente possiamo dare il nostro contributo.
Tenendo stabili nel sangue i livelli di zucchero, utilizzando carboidrati a lento rilascio (che provocano un contenuto rilascio di Insulina), associati alle proteine magre, che permettono all’ormone Glucagone di regolare la glicemia, e a delle fonti di grassi che agiscono sul senso della sazietà, sicuramente mettiamo il nostro cervello nelle condizioni ideali per una migliore gestione dello stress, che abbiamo visto essere una concausa dell’accumulo di grasso; inoltre la carenza di zuccheri adeguati contribuisce all’insorgenza dello stress stesso.
Il cortisolo, inoltre, abbiamo detto che causa l’aumento della resistenza insulinica che, però, possiamo “tenere a bada” sempre con l’utilizzo di carboidrati a lento rilascio. Si è ben capito che ostinarsi a voler contare le calorie serve a poco e che l’approccio per un dimagrimento sano deve considerare di una persona molti fattori in più che il semplice comportamento a tavola, indagando le sue condizioni di vita, gli stati emozionali e la quantità di stress alla quale la persona stessa è sottoposta.
Ciò che è interessante è che però, alla fine, rispettando alcuni parametri fondamentali dettati dalla valutazione biochimico-ormonale degli alimenti quali:

  • uso di carboidrati a lento rilascio
  • utilizzo di proteine magre
  • utilizzo di grassi polinsaturi
  • integrazione con omega 3 e polifenoli purificati concentrati;

riusciamo ad agire sia sui meccanismi biochimici che portano alla formazione della massa grassa (ovvero il controllo dell’insulina), che sui meccanismi biochimici legati al cortisolo e allo stress, che portano anch’essi all’accumulo del grasso.
Per ciò che riguarda la food addiction, – qualora un soggetto si nutra in maniera correttamente bilanciata con un apporto di zuccheri molto ben dosato per il cervello – l’attivazione delle aree cerebrali legate alla gratificazione data dalle immagini del cibo, potrebbe essere molto meno evidente di quanto lo possa essere in un soggetto sazio ma non necessariamente nutrito con i macro nutrienti giusti nel tipo e nella proporzione.
Alla fine, però, tante sono le cause che contribuiscono all’ingrassamento, ma relativamente poche le regole comuni da seguire per gestire al meglio questa situazione, poiché tutte intrinsecamente correlate in maniera biochimica tra loro.

Pubblicato originariamente su Mabella.