Top Zone Consultant per l’Europa, specializzata nell’applicazione della Strategia Nutrizionale Zona direttamente con il dr. Barry Sears, con il quale è co-autrice dei libri Il Bello della Zona, La zona del Futuro, Magri per Sempre e La Zona Mediterranea.

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Tutto quello che non avremmo voluto sapere degli zuccheri

Oltre ai dolci, si trova in molti cibi che assumiamo quotidianamente, nelle conserve di pomodoro, nell’aceto balsamico, nei cereali per la prima colazione, nel pane, nella pasta. Lo zucchero, non è solo nemico dei denti, ma anche della salute. Mangiar bene non significa eliminarlo, bensì trovare un corretto bilanciamento tra i macro nutrienti, per ottenere una risposta biochimico ormonale ideale nel nostro organismo.

Che lo zucchero non sia un cibo particolarmente sano, sicuramente non è una novità: sin da piccoli ci è stato detto dal dentista che mangiare troppe caramelle e bere troppe bevande zuccherate significava favorire la formazione delle carie. Quando parliamo di zuccheri dobbiamo però stare attenti a non intendere solo il comune zucchero da cucina, in quanto il corpo umano trasforma in zucchero (glucosio) anche tutti gli alimenti che contengono carboidrati come le patate, la pasta, il pane, il riso etc. La quantità di giornaliera di carboidrati e quindi di glucosio che ognuno di noi
assume, purtroppo non influisce solo sulla salute dei nostri denti, ma può avere delle conseguenze molto importanti anche sulla nostra salute generale. Il glucosio è fondamentale nel metabolismo umano perché permette la produzione di energia: ad esempio le cellule nervose e cerebrali prediligono il glucosio come fonte vitale e per rimanere funzionali ed efficienti hanno bisogno di averne
determinate quantità.

Infatti quando il nostro organismo assume troppo poco glucosio, le riserve di glicogeno nel fegato e nei muscoli (ricordiamo che il glicogeno è la forma con cui l’organismo immagazzina glucosio)
intervengono immediatamente per coprire il fabbisogno di tali cellule glucosio-dipendenti. Nel nostro corpo e tra le nostre cellule esiste infatti una vera e propria graduatoria che stabilisce chi ha la priorità nel dover essere nutrito: al primo posto infatti si trovano le cellule nervose e le cellule del cervello. Quando anche questa scorta sta per finire, il metabolismo entra in modalità di risparmio: tutte le cellule che non hanno un bisogno vitale di glucosio riducono il loro consumo o se è necessario arrivano al punto di sospenderne anche completamente l’utilizzo permettendo al glucosio di “nutrire” le cellule in sofferenza. Nel corpo umano il glucosio disciolto nel sangue e il sangue stesso funzionano come un bacino idrico: le cellule prelevano gli zuccheri sciolti nel sangue attraverso i trasportatori del glucosio.

Il nostro corpo è perfettamente attrezzato per affrontare le situazioni di carenza: la cosa curiosa è che il nostro corpo non è equipaggiato per il caso opposto cioè il caso di sovra alimentazione.
Ecco perché per il nostro corpo è pericoloso quando dopo aver mangiato il tasso di glicemia si alza bruscamente e rapidamente trovandosi costretto a rilasciare un grosso quantitativo di ormone Insulina, che aiuta a trasportare lo zucchero dal sangue alle cellule: se però le cellule sono già sature, l’alta concentrazione glicemica danneggia le delicate strutture cellulari. Ecco perché la cellula si organizza e si “inventa” un modo per utilizzare gli zuccheri in eccesso trasformandoli in grassi. La glicemia alta e il rilascio di Insulina che ne deriva fanno letteralmente ingrassare gli adipociti tanto che la moderna nutrizione indica sempre più spesso l’Insulina come l’ormone dell’ingrassamento. Ecco che il nostro povero zucchero non solo diventa lo spauracchio per le carie nei denti, ma il principale agente obesogenico.

Ma non è finita….

Una cosa estremamente inquietante che riguarda ancora gli zuccheri e che trova d’accordo sia la medicina “tradizionale” che quella “complementare”, è data dal fatto di aver capito e dato per certo che lo zucchero costituisce il nutrimento fondamentale per le cellule che danno origine alle varie forme di tumore. Il meccanismo biochimico alla base di questo processo è estremamente complesso. In questa sede ha poco senso trattarlo perché ritengo sia molto più utile iniziare a sensibilizzarci sul fatto che prenderci cura della nostra nutrizione non fa bene solo alla nostra linea o ai nostri denti, ma può essere fondamentale nella prevenzione e nella gestione di una patologia tumorale.
Ricordiamoci bene una cosa: quando parliamo di zucchero non intendiamo solo lo zucchero bianco e i dolci, ma anche di carboidrati intesi come quegli alimenti che fanno parte della nostra tradizione culinaria come il pane, la pasta e il riso che devono essere consumati con estrema consapevolezza senza demonizzarli. Le cellule maligne hanno un fabbisogno di glucosio molto alto e
possono innescare il loro perverso metabolismo di replicazione solo in presenza di una grande quantità di zucchero. La medicina moderna è sempre più orientata nell’individuare l’origine delle malattie in una serie di fattori scatenanti piuttosto che in un’unica causa come il solo cibo, o il solo inquinamenti etc…, certo è però che a tavola possiamo fare molto per contribuire ad una migliore gestione di tutte le patologie, anche le più gravi. Quello che si raccomanda quindi non è assolutamente l’eliminazione sconsiderata di tutte le fonti di zucchero, proprio perché come abbiamo detto in precedenza alcune cellule vitali come quelle del sistema nervoso e del cervello hanno una necessità fondamentale di zucchero.

Quello che è necessario è imparare a distinguere le forme di carboidrati migliori da prediligere per la nostra alimentazione. Ecco alcune semplici indicazioni che possono essere utili per evitare di utilizzare una quantità di carboidrati ad alto indice glicemico (i carboidrati i cui zuccheri si sciolgono velocemente nel nostro sangue provocando l’innalzamento della glicemia) durante la nostra  giornata. Cerchiamo sempre di seguire la regola fondamentale del bilanciamento necessario tra i macro nutrienti (proteine carboidrati e grassi) per ottenere una risposta biochimico ormonale ideale nel nostro organismo. Queste sono solo semplici indicazioni e rispettano qualsiasi posizione si voglia prendere in merito all’utilizzo delle proteine: non importa che tipo di proteina si  preferisca utilizzare, l’importante è utilizzare la fonte a noi più congeniale associandola sempre ad un carboidrato a basso indice glicemico e ad una fonte di grassi “buoni” come semi oleosi o olio extra vergine di oliva.

Per la prima colazione:

possiamo preparare una mousse usando della ricotta come fonte proteica (o altra fonte alternativa qualora non si desideri utilizzare proteina di origine animale) mescolata ad una buona marmellata senza zuccheri aggiunti da spalmare sopra a dei crackers già bilanciati secondo la proporzione tra carboidrati proteine grassi 40 30 30. Se la proteina “alternativa” alla ricotta non si  abbina con la marmellata, utilizzate della frutta fresca di stagione come fonte di carboidrati.

A pranzo e cena:

dobbiamo consumare tanta più verdura possibile: diamo sempre preferenza alle verdure di stagione trascurando le insalate che danno senso di sazietà immediato ma non permane nel tempo portandoci poi nel pomeriggio a cadere in tentazione con snack ricchi di carboidrati sfavorevoli. Evitiamo i legumi (più ricchi di carboidrati che di proteine), le patate, le carote e il mais. Per quello che riguarda le fonti proteiche dovremmo cercare di fare più attenzione alla provenienza della materia prima evitando tutto ciò che è troppo ricco di conservanti, additivi e coloranti molto spesso utilizzate per dare un aspetto più appetitoso a pesce e carne, ma anche proteine vegetali.
Importantissimo l’apporto dell’olio extravergine di oliva. Una cosa importante da ricordare è il fatto di non esagerare con l’apporto della frutta. A metà mattina e metà pomeriggio, è sempre meglio fare uno spuntino che permetta alla nostra glicemia di restare costante: anche per gli snack ricordiamo la regola dell’abbinamento tra i tre macronutrienti. Se adottiamo questo modello ovviamente deve essere personalizzato, ma può dare una buona indicazione di massima), faremo in modo di non eccedere con gli zuccheri “pericolosi” e poterci quindi concedere senza pensieri una volta ogni tanto un dessert per soddisfare anche la nostra anima, oltre che il nostro corpo.