I carboidrati migliori per l’alimentazione
Ricordiamoci bene una cosa: quando parliamo di zucchero non intendiamo solo lo zucchero bianco e i dolci, ma anche i carboidrati intesi come quegli alimenti che fanno parte della nostra tradizione culinaria come il pane, la pasta e il riso, che devono essere consumati con estrema consapevolezza, senza demonizzarli. Le cellule maligne hanno un fabbisogno di glucosio molto alto e possono innescare il loro perverso metabolismo di replicazione solo in presenza di una grande quantità di zucchero.
La medicina moderna è sempre più orientata nell’individuare l’origine delle malattie in una serie di fattori scatenanti piuttosto che in un’unica causa come il solo cibo, o il solo inquinamento, etc. Certo è però che a tavola possiamo fare molto per contribuire ad una migliore gestione di tutte le patologie, anche le più gravi.
Quello che si raccomanda, quindi, non è assolutamente l’eliminazione sconsiderata di tutte le fonti di zucchero, proprio perché, come abbiamo detto in precedenza, alcune cellule vitali come quelle del sistema nervoso e del cervello hanno una necessità fondamentale di zucchero. Quello che è necessario è imparare a distinguere le forme di carboidrati migliori da prediligere per la nostra alimentazione.
Ecco alcune semplici indicazioni che possono essere utili per evitare di utilizzare una quantità di carboidrati ad alto indice glicemico (i carboidrati i cui zuccheri si sciolgono velocemente nel nostro sangue provocando l’innalzamento della glicemia) durante la nostra giornata. Cerchiamo sempre di seguire la regola fondamentale del bilanciamento necessario tra i macro nutrienti (proteine carboidrati e grassi) per ottenere una risposta biochimico-ormonale ideale nel nostro organismo.
Queste sono solo semplici indicazioni e rispettano qualsiasi posizione si voglia prendere in merito all’utilizzo delle proteine: non importa che tipo di proteina si preferisca utilizzare, l’importante è utilizzare la fonte a noi più congeniale associandola sempre ad un carboidrato a basso indice glicemico e ad una fonte di grassi “buoni” come semi oleosi o olio extra vergine di oliva.
Per la prima colazione
Possiamo preparare una mousse usando della ricotta come fonte proteica (o altra fonte alternativa qualora non si desideri utilizzare proteina di origine animale) mescolata ad una buona marmellata senza zuccheri aggiunti, da spalmare sopra a dei crackers già bilanciati secondo la proporzione tra carboidrati proteine grassi 40 30 30. Se la proteina “alternativa” alla ricotta non si abbina con la marmellata, utilizzate della frutta fresca di stagione come fonte di carboidrati.
A pranzo e cena
Dobbiamo consumare quanta più verdura possibile: diamo sempre preferenza alle verdure di stagione, trascurando le insalate che danno senso di sazietà immediato ma che non permane nel tempo, portandoci poi nel pomeriggio a cadere in tentazione con snack ricchi di carboidrati sfavorevoli. Evitiamo i legumi (più ricchi di carboidrati che di proteine), le patate, le carote e il mais.
Per quello che riguarda le fonti proteiche, dovremmo cercare di fare più attenzione alla provenienza della materia prima, evitando tutto ciò che è troppo ricco di conservanti, additivi e coloranti, molto spesso utilizzate per dare un aspetto più appetitoso a pesce e carne, ma anche proteine vegetali.
Importantissimo l’apporto dell’olio extravergine di oliva. Una cosa importante da ricordare è il fatto di non esagerare con l’apporto della frutta. A metà mattina e metà pomeriggio, è sempre meglio fare uno spuntino che permetta alla nostra glicemia di restare costante: anche per gli snack ricordiamo la regola dell’abbinamento tra i tre macronutrienti. Se adottiamo questo modello (ovviamente deve essere personalizzato, ma può dare una buona indicazione di massima), faremo in modo di non eccedere con gli zuccheri “pericolosi” e poterci, quindi, concedere senza pensieri una volta ogni tanto un dessert, per soddisfare anche la nostra anima, oltre che il nostro corpo.
Pubblicato originariamente su Mabella.